TORAZINE EXTRACT




IL  DOGMA E LA VISIONE

"Il sogno come atto del vedere con gli occhi immediati (non-mediati) della psiche ha un valore talmente smisurato rispetto alla capacità dell'essere umano di comprendere la "realtà" che noi, tecnocratici fallocrati cibernetici fin de siècle, ridiamo delle visioni sciamaniche oppure ci sentiamo talmente persi di fronte all'abisso che ci costruiamo sistemi di credenze nel tentativo di salvare capra e cavoli, cazzate tipo New Age o teorie di Sviluppo Sostenibile & so on.
L'immaginario comune pullula di spot pieni di macchinoni ipercatalizzati sedicivalvolati che sfrecciano in luoghi da favola, integri, dove la crudele mano dell'uomo pare non aver ancora antropomorfizzato il
territorio... non ci si sofferma un solo istante nel pensare a quante risorse terrestri e quanto dolore umano ci sono dietro quelle divine vetture... eppure in tutto ciò il sogno c'è, sì, ma quello del desiderio indotto della merce, naturalmente.
I Media concorrono nella creazione dell' immaginario, la Televisione ed il Cinema hanno una grande responsabilità nel rimodellamento dei desideri e se la ripetizione dei simboli fonda l' ideologia allora siamo nella merda... La trasmissione di Informazioni si è cortocircuitata in loop di propaganda culturale. Se qualcuno di voi dubita di ciò può seguire le orme di Tommaso e inserire la propria manina nella piaga aperta: basta accendere la TV e godersi la ripetizione assolutamente calcolata delle notizie nei vari TG e soprattutto la successione dei servizi, volta a guidare con premura l'attenzione dello spettatore verso una posizione acritica ed indifferenziata, o a rimpinzarlo di buoni propositi santini spendibili per ogni tipo di peccatuccio o problemino personale. Non male, bisogna riconoscere che il Terzo Reich, per quanto riguarda la propaganda, è stato veramente una grande scuola per tutti.
Il sogno indotto e di segno univoco si fa visione della realtà, ma essendo impersonale. ovvero non mediato dal vissuto quotidiano del soggetto, Si cristallizza in dogma. Ed il dogma non prevede esperibilità né tanto meno possibilità critica riflessiva: è la morte della totalità, la frammentazione universale dell'essere.
Può sembrare contraddittorio asserire che l'unificazione coatta dell' immaginario provochi una frammentazione ontologica, ma l'unità dell' Essere risiede nella capacità d'incastro delle tessere del proprio mosaico: come a dire che un puzzle ha senso se i pezzi di cui e composto sono diversi l' uno dall'altro eppure Si uniscono insieme fino a formare l'immagine finale. Ogni frammento isolato, costretto a Farsi simile ad altri, sarà parte d'uno schema impossibile ad attuarsi e prima o poi si troverà di fronte alla sua naturale inadeguatezza e ne soffrirà amaramente.
I sogno, in una società che ne riconosce la sua fondamentale importanza, è destinato a ben altro che creare consenso attorno un nucleo di Potere Economico: è necessario a monitorare ed mantenere il legame tra la cultura come natura dell'uomo e la realtà come espressione tangibile della Natura stessa, come Essere.

Le visioni personali concorrono nel formare una visione elastica ed in continuo divenire come lo è lo scorrere dell' energia attraverso l'esistente. A meno persone si darà l' opportunità di conseguire le proprie visioni tanto meno ricca e profonda sarà la cultura e quindi la società di cui loro fanno parte. E questo non ha nulla a che vedere con il prodotto interno lordo od il tipo di tecnologia che si possiede, è un ordine di grandezza psichica che non Si misura con le quotazioni in Borsa o l'efficienza della Magistratura, giacché tutto cid rientra in un sistema di potere dei pochi sui molti che si basa proprio sulla negazione della visione personale prospera sull' imposizione del dogma.
L'uso di sostanze enteogeniche nelle stragrande maggioranza delle culture non legate al ciclo delle Merci è sempre servito proprio ad esaltare la visione, che pur personale nella comune qualità dell'esperienza riconsolida il terreno culturale su cui si fonda questo tipo di società. Nel Regno delle Merci possiamo assistere a curiosi paradossi: l'enorme quantità d'immagini e di icone che ci vengono somministrate dai Media, a parte il loro intrinseco valore pubblicitario e propagandistico, sono forse così apparentemente necessarie al tessuto sociale proprio per il loro essere un surrogato buon mercato della visione. Il paradosso risiede nel fatto che non trovandosi neppure un briciolo dei vantaggi, sia personali che sociali, di una visione, ci si imbottisca fino a scoppiare di immagini autoreferenziali nel tentativo di riempire il vuoto profondo causato. dal dogma millenario che l'Uomo non sia Natura!

Si confonde il vedere con la visione, il sapere con la conoscenza, il dolore con la sofferenza e si rimane attoniti e senza spiegazioni di fronte ad un mass murder, al maresciallo in pensione che fa fuori con la sua vecchia Beretta tutta la famiglia...il gesto di un folle. Ma la follia non è una scusa buona per ogni occasione, con cui sciacquarsi i coglioni quando prudono: la follia è la spia che una società ha dei problemi strutturali, dei grossi problemi strutturali, e farebbe bene a farsi qualche conto in tasca prima di tirare dritta verso la sua gloriosa e meritata fine...

L'uomo necessita di visioni, non può fare a meno del sogno, molto probabilmente sono stati loro a proiettarlo in questo lunghissimo trip che è la storia umana. Sogno e visione..il vedere possibile con occhi molteplici una forma precisa dietro la scheggia intonsa d'ossidiana, il masso che si fa menhir, il cielo stellato calendario perpetuo, la nascita come il fisico divenire d'una Energia universale, la morte come il suo riflusso nell'infinito ciclo dell' Essere."

(Torazine11.9, 2001)

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